
«Non pensare a un elefante blu.»
E naturalmente, lo pensi.
È così che funziona la mente: ciò che nomini, lo evochi. Anche quando dici di volerlo evitare.
È lo stesso principio che agisce nei contenuti violenti che ci circondano ogni giorno. Film, serie, social, news: violenza ovunque.
Anche in quelle fiction che dicono “la raccontiamo per condannarla”.
Ma la raccontano. E la riproducono.
Se certe persone si nutrono ogni giorno di immagini violente, non possono pensare di rimanerne immune. Quelle immagini abitano in quelle persone. E il rischio è che, un giorno, quelle persone finiscano involontariamente per accettarle, o addirittura replicarle.
Non è un caso che la nostra generazione, cresciuta con queste immagini, stia riproponendo nuove guerre, nuova aggressività, nuova rabbia diffusa.
Vivendo in un mondo in cui c'è molta disgregazione ed inquietudine, certe persone lo continuano a nutrire con immagini violente, sotto ogni forma ed espressione, senza nemmeno interrogarsi dei loro effetti.
E allora nasce una riflessione profonda:
forse non è il mondo il problema. Ma il modo in cui lo vedono.
Ogni volta che si arrabbiano col mondo, credendo che il male sia “là fuori”, stanno dimenticando una verità più scomoda:
quello che vedono è un riflesso di quello che hanno dentro.
La realtà esterna non è mai completamente neutra. È filtrata. Filtrata dalle emozioni, dai vissuti, dai traumi, dai colori o dalle ombre che ti porti dietro.
Se dentro hai solo rabbia, ovunque vedrai rabbia.
Se dentro coltivi luce, comincerai a vederla anche attorno.
Ed è qui che si apre una via diversa.
Non utopica, ma concreta:
creare dei “microclimi” – fisici e relazionali – in cui vivere diversamente. Coltivare uno sguardo più integro, meno inquinato, smettere di delegare la visione del mondo a ciò che ci viene “somministrato” ogni giorno.
Sì, c’è una parte del mondo che va a rotoli.
Ma esiste un’altra parte — più silenziosa, più fragile, ma reale — dove si può ancora respirare aria buona, come in un bosco.
E questo spazio può esistere anche dentro di te.
Perché ciò che vedi dipende da chi sei.
E se vuoi cambiare il mondo, inizia dalla tua visione.
